Voci ai Margini. Dieci libri d’arte per il Pride Month

Dieci libri per celebrare storie e voci fuori dagli schemi. Tra icone queer e artisti dimenticati, ma oggi più che mai da riscoprire.


Filippo de Pisis and Robert Mapplethorpe.
A Distant Conversation
Dario Cimorelli Editore, 2024

Una storia di affinità elettive, dialogo a distanza tra due artisti che non si sono mai incontrati. Robert Mapplethorpe, caposaldo di ogni storia dell’arte queer, incontra lo sguardo di Filippo De Pisis e ci si chiede perché nessuno ci avesse pensato prima. 

Malgrado la tensione omoerotica che attraversa molti suoi lavori, De Pisis non si dichiarò mai gay, e considerata l’epoca, è comprensibile. Nelle sue opere si intrecciano desiderio, repressione e moralità, ma la lettura in chiave lirica del suo lavoro tende talvolta a stendere un velo uniforme sulle sue specificità, impedendoci una visione più lucida, più radicale. 

Radicale rimane invece, ancora oggi, Mapplethorpe. Emblematica la sua mostra del giugno 1989 a Washington, celebre proprio perchè non ebbe mai luogo: le accuse di oscenità mosse dal governo portarono a una cancellazione repentina, seguita da una protesta memorabile, con alcune delle fotografie censurate proiettate sulla facciata del museo stesso.

In questo volume, per la prima volta, le nature morte, i nudini arcadici e le allusioni gentili del Marchesino pittore si rispecchiano nello sguardo tagliente del fotografo, suggerendo sottotesti inattesi e nuove possibilità di lettura. Un bellissimo invito a guardare diversamente ciò che si crede di conoscere già.

dariocimorellieditore.it


Physique
di Vince Aletti
Mack / SPBH Editions, 2025

Un volume che raccoglie una raccolta di fotografie ‘physique’ può suonare interessante, ma non necessariamente imperdibile. A meno che a proporlo non sia Vince Aletti: critico, curatore, collezionista e voce autorevole quando si tratta di fotografia o ‘printed matter’. Del resto, vivere in un appartamento con diecimila (non è un’iperbole) libri e riviste conferisce una certa autorità.

Con 250 fotografie tratte dalla sua collezione privata che spaziano dagli anni Trenta agli anni Sessanta, Physique riporta alla luce un capitolo dimenticato della cultura gay americana, in cui l’immagine stampata non era solo oggetto di desiderio, ma anche connessione silenziosa in un tempo segnato dalla censura e dalla paura.

Un atlante visivo che individua le coordinate del punto zero dell’omoerotismo, e che ha aperto la strada a tutti gli Abercrombie, i Men’s Health e i “menswear fashion magazine” a venire.

Per chi ama andare dritto al punto, Physique è disponibile anche in una ‘Naugthy Edition’ in edizione limitata, firmata e numerata, ma disponibile soltanto online.

mackbooks.eu

Bob Mizer (Athletic Model Guild), ca. 1950. Courtesy of Bob Mizer (Athletic Model Guild), SPBH Editions, and MACK.

Tola Soungouroff
di Sylvain Bourdoux
Hors Champ, 2024

Hors Champ è una casa editrice indipendente francese il cui obiettivo è riportare alla luce storie ai margini della cultura omosessuale, per “preservare la memoria di mondi scomparsi o prossimi a scomparire”. Lo fa pubblicando monografie di artisti minacciati dall’oblio per il loro rifiuto delle convenzioni e biografie di figure spesso considerate marginali, ma tutt’altro che secondarie.

È grazie a Hors Champ, dunque, se oggi possiamo sfogliare le monografie dedicate a Jean-Daniel Cadinot, fotografo e regista ‘porno vintage’; al pittore fotorealista Jacques Sultana; o ancora al dimenticato disegnatore Paul Smara

L’ultima uscita è il volume dedicato a Anatola Soungouroff (1911-1982), artista fuggito dalla Rivoluzione russa e rifugiatosi nella Parigi degli anni Venti per poi approdare in Costa Azzurra, centro di gravità del suo ideale di giovinezza immortale. Marinai e legionari in licenza, acrobati e mendicanti, gitani e teppistelli di strada sfilarono per oltre quarant’anni sulle sue tele, in una continua interrogazione del desiderio maschile.

Quella di Sylvain Bourdoux è la prima monografia  mai dedicata all’artista, e raccoglie oltre 130 opere tra dipinti, fotografie e documenti d’archivio, in gran parte finora inediti.

editions-hors-champ.fr

Tola Soungouroff © Hors Champ

Queer Moderns: Max Ewing’s Jazz Age New York
di Alice T. Friedman
Princeton University Press, 2025

Max Ewing nacque nel 1903 a Pioneer, Ohio, e si tolse la vita appena trentenne. Una vita brevissima, sebbene intensa, che motiva in parte il suo essere oggi virtualmente sconosciuto.

Ewing fu fotografo, scrittore, pianista, scultore e autentico it-boy. Nel cuore del fermento culturale transatlantico tra gli anni Venti e Trenta, incrociò il cammino di alcune delle figure più affascinanti dell’epoca — nomi oggi relegati agli archivi e alle bibliografie accademiche, ma ciascuno con una storia ancora in attesa di essere riscoperta.

Un perfetto modo per farlo è tuffarsi in Queer Moderns, che ricostruisce gli anni dell’avanguardia queer della Jazz Age e riporta in primo piano le trovate del giovane Ewing: dalla sua “Gallery of Extraordinary Portraits” — uno stanzino tappezzato di fotografie di celebrità, che oggi definiremmo a tutti gli effetti un’installazione — al “Carnival of Venice”, una serie di ritratti in costume del suo giro di amici (Isamu Noguchi, Lincoln Kirstein, Agnes De Mille…), finora dormiente in un archivio.

La memoria queer è ampia e contraddittoria, e volumi come questo restituiscono voce a tutte quelle storie rimaste ai margini.

press.princeton.edu

Anonimo, “Max Ewing in his Gallery of Extraordinary Portraits”, 1932. © Max Ewing Papers, Beinecke Rare Book and Manuscript Library, Yale University

Luke Smalley: Exercise at Home
Twin Palms Publishers, 2024

La fotografia di Luke Smalley (1955–2009) nasce dal cortocircuito tra un annuario scolastico vintage e un manuale di fitness. Con una laurea in medicina sportiva, ha raccontato l’adolescenza maschile con uno sguardo raro e delicato, lasciando un’impronta incisiva nell’immaginario moda.

La scomparsa prematura ha lasciato il lavoro di Smalley in sospeso: rimangono alcuni editoriali dei primi anni 2000, che riemergono qua e là su qualche moodboard, e soltanto una manciata di volumi, oggi rari.

Su quest’ultimo punto ci viene però in aiuto la riedizione di Exercise at Home, finalmente riproposto da Twin Palms. Colpisce quanto il suo discorso suoni tuttora attuale; l’archetipo dell’All-American Male, i tropi dell’adolescenza, il corpo maschile del gym-bro: sono tutti temi che ci aspetteremmo di trovare piuttosto nella press-release del nuovo artista queer del momento.

Forse Luke Smalley non era un fotografo di moda. Ma un artista capace di cogliere le tensioni rimaste sospese nell’aria tra una foto di classe e l’ora di educazione fisica. È lì che ha trovato tutto.

twinpalms.com


The Secret Art of Dorothy Hepworth aka Patricia Preece
di Denys J. Wilcox
The Court Gallery, 2024

«I’ve got the brains, you’ve got the looks / Let’s make lots of money» è uno dei consigli per il successo che ci hanno dato i Pet Shop Boys. E sebbene il mucchio di soldi non arrivò mai, la relazione tra Dorothy Hepworth e Patricia Preece incarnò perfettamente quel tipo di intesa.

Siamo in Inghilterra, ma negli anni Trenta, non lontani dal circolo più influente dell’epoca, il Bloomsbury Group. Dorothy Hepworth è una pittrice di prim’ordine, ma la sua natura riservata le impedisce di tessere quella rete di relazioni così fondamentale allora come oggi. Non ha questi problemi la sua compagna, Patricia Preece, donna glamour e flamboyant, che diventerà così il volto pubblico del lavoro di Hepworth: Roger Fry, Duncan Grant, Vanessa Bell e Virginia Woolf riconosceranno senza esitazioni il ruolo di primaria importanza delle opere firmate da Patricia, alias Dorothy.

Un inganno che ne riflette un altro, molto affine allo spirito Bloosmbury: Patricia, nel 1937, sposerà l’artista Stanley Spencer, senza però mai interrompere la sua relazione con Hepworth. L’artista continuò a dipingere anche dopo la morte della sua compagna, e continuò a firmare le sue opere con il nome di Preece, in un silenzioso gesto d’amore capace di trascendere i confini dell’identità e della memoria.

Pubblicato in occasione della mostra tenutasi nel nuovo spazio di Lewes della casa-museo di Charleston, questo volume, edito da The Court Gallery, ci racconta le vicende di un mistero a doppio volto che, pur svelando alcuni aspetti di questa inusuale collaborazione, pone finalmente un chiaro accento sull’arte di Dorothy Hepworth, finalmente rivelata.

courtgallery.com


Marie Laurencin: Sapphic Paris
Yale University Press, 2023

Tecnicamente, è il catalogo di una mostra tenutasi due anni fa, a Philadelphia. Eppure sarebbe un errore lasciar passare questo volume inosservato.

Marie Laurencin fu una vera forza nella Parigi della prima metà del Novecento. Non una figura da riscoprire solo in chiave di “storia dell’arte al femminile”, ma una presenza centrale: punto di riferimento in un mondo sofisticato fatto di arte, moda, danza e società, un mondo che, nel suo sguardo, appare quasi esclusivamente al femminile.

Sapphic Paris è un titolo audace — nessuno finora si era spinto tanto oltre — e sì, suona un po’ ammiccante. Ma coglie una componente fondamentale del suo lavoro: una lettura queer e di genere che non appare forzata né sovrapposta, bensì intimamente legata al contesto, quello della Parigi di Gertrude Stein e dei salotti letterari di Natalie Clifford Barney.

yalebooks.yale.edu


Paul Cadmus ritratto da Carl van Vechten, © Van Vechten Collection at Library of Congress

Paul Cadmus: 49 Drawings
di Graham Steele
Phaidon, 2025

Paul Cadmus è un’icona, ma resta sorprendentemente poco visibile: a parte qualche marinaio che ogni tanto affiora in un post, lo si incontra di rado.

Tacciono gli anni giovanili del ménage à trois con la moglie Margaret e Jared French, così come gli anni maturi segnati dai ritratti ossessivi dell’amato Jon Anderson. Perfino i marinai, quelli di The Fleet’s In! (1934) sembrano aver perso ogni traccia del loro potere controverso: all’epoca l’opera fu rimossa dagli spazi pubblici perché ritenuta sordida, scandalosa… e irrimediabilmente gay.

La storia, in parte, si ripete. Dopo la morte di Jon Anderson, la sua eredità, che comprendeva anche le opere ereditate da Cadmus, viene dispersa senza troppo clamore. Ma qualcosa riaffiora con forza: una raccolta di disegni intimi ed esplicitamente erotici, diario intimo di una storia d’arte e d’amore lunga 35 anni. Un volume necessario che, più che gettare nuova luce sull’autore, lo restituisce a una nuova generazione, senza giri di parole né allusioni lontane alla nuda verità delle cose.

phaidon.com


Too Good to Get Married: The Life and Photographs of Miss Alice Austen 
di Bonnie Yochelson
Fordham University Press, 2025

“Too Good To Get Married”, un titolo che è già una dichiarazione d’intenti, racconta la vita e l’opera di Alice Austen, pioniera della fotografia e spirito libero nella New York dell’età vittoriana.

Cresciuta nella villa dei nonni a Staten Island (oggi riconosciuta come sito storico LGBTQ+), visse tutta la vita con la sua compagna Gertrude Tate, scegliendo l’amore e l’indipendenza a un matrimonio imposto. Con la macchina fotografica documentò tanto la mondanità delle partite di tennis così come l’umanità brulicante dei quartieri operai, ma soprattutto seppe usare l’obiettivo per sovvertire le regole: mise in scena sé stessa e le sue amiche in abiti maschili, tra sigarette e finte sbornie, parodiando con leggerezza e intelligenza le convenzioni di genere.

Il volume colma un vuoto editoriale (l’unico altro libro esistente risale al 1976) intrecciando la storia della fotografia con quella delle soggettività queer, e soprattutto celebrando Alice Austen, finalmente libera e al centro della scena.

fordhampress.com

Alice Austen and Trude Eccleston. (Creative Commons CC0 License)

Louis Fratino. Satura – Updated Edition
Mousse Publishing, 2025

Lo scorso mese “You and Your Things” di Louis Fratino ha raggiunto il record di 756.000 dollari all’asta da Christie’s. Un ritratto intimo, un fermo immagine che racconta una storia di affetti, desideri e identità. Sul tavolo, tra gli oggetti personali che danno il titolo all’opera, si distingue una copia di Fuori!!!, la raccolta dedicata alla storica rivista del Fronte Unitario Omosessuale. 

Con l’Italia, Louis Fratino ha un legame speciale, e lo testimonia il sottotesto che fa riferimento ad alcune delle voci più importanti della cultura italiana del Novecento: artisti come de Pisis, Mario Mafai e Guglielmo Janni; le poesie di Patrizia Cavalli e Pier Paolo Pasolini, o ancora gli scritti di Mario Mieli. 

Un record milionario può significare molte cose, ma in questo caso rappresenta soprattutto un segnale importante: Fratino si conferma una voce imprescindibile nel panorama artistico contemporaneo, segno che storie e identità un tempo ai margini stanno finalmente trovando il loro giusto riconoscimento e spazio nella narrazione ufficiale.

La prima edizione di ‘Satura’ è andata rapidamente esaurita, ma per fortuna Mousse Publishing ci offre una seconda occasione: il volume torna disponibile in una edizione ampliata, arricchita dalle opere realizzate appositamente per la recente retrospettiva al Centro Pecci.

moussemagazine.it


Testi di Didier Falzone. Si ringraziano gli editori per la gentile collaborazione.